Come scegliere una residenza per anziani
Insegnare agli ospiti a coltivare l’orto così da consentire alla cucina di utilizzare prodotti a chilometri zero, fare attività all’aria aperta, come ginnastica posturale o stretching, organizzare letture di gruppo o tornei di Burraco.
Questo quadretto appena descritto non è più una chimera ma la residenza per anziani tipo sul cui modello vengono improntate sempre più strutture.
L’accezione negativa che viene attribuita all’ospizio è ormai lontanissima dalla realtà e sempre più case dedicate alla terza età vengono vissute con entusiasmo dagli ospiti, felici di stare assieme, di fare nuove amicizie, di svolgere moltissime attività e di vivere giornate davvero intense.
Anche gli anni del pensionamento, del resto, sono anni che vanno sfruttati al massimo: gli anziani, insomma, devono essere con la loro saggezza una vera risorsa non un peso o un pacco da sistemare. Come scegliere una residenza per anziani rispetto alle varie proposte in circolazione?
Ecco alcuni consigli. Innanzitutto bisogna valutare il livello di autosufficienza del soggetto interessato. Se è in grado di fare praticamente tutto ma soffre soltanto la solitudine allora può essere interessante valutare eventuali attività, senza prestare troppa attenzione all’assistenza sanitaria.
Se, al contrario, si tratta di una persona non autosufficiente bisognerà orientarsi su strutture quali residenze sanitarie assistenziali (rsa) o comunità alloggio ma in questo caso l’ospite dovrà essere almeno parzialmente autosufficiente.
Esiste infine l’opzione del centro diurno, adatto a chi non è in grado di deambulare autonomamente o ha comunque bisogno di assistenza frequente però al termine della giornata desidera tornare a casa.
Per concludere l’elenco ci sono anche le case protette, convenzionate o private, che possono ospitare gli anziani anche per momenti di temporanea non autosufficienza per esempio dopo un’operazione o dopo una problematica destinata a risolversi nel caso di un tot di mesi.
Trattando il caso specifico delle residenze per anziani esse sono istituti di ricovero, pubblici o privati, una volta denominati Case di Riposo o Strutture Protette, che accolgono persone anziane non autosufficienti, non più in grado di rimanere al proprio domicilio, a causa delle loro condizioni di salute e di autonomia.
I ricoveri possono essere temporanei o a tempo indeterminato. Dove devono essere realizzate queste strutture? Stando alle indicazioni del ministero della Salute, esse dovrebbero sorgere preferibilmente all’interno del tessuto urbano esistente, in zone ben collegate dai mezzi pubblici, per evitarne l’isolamento.
Chi riesce a deambulare autonomamente, insomma, deve avere la possibilità di uscire e rientrare a proprio piacimento, di andare a trovare i familiari o semplicemente di fare una passeggiata per andare a bere un caffè e tornare entro l’orario stabilito. Quanto alla capacità ricettiva, invece, deve variare da 20 a 120 posti.
Vengono organizzate in nuclei (o moduli) da 20 ospiti ciascuno. Un quarto dei moduli disponibili va riservato alle demenze. Alcune strutture specializzate prevedono nuclei specifici per patologie particolarmente gravi.
È il caso, per esempio, dell’Alzheimer, molto diffuso tra gli anziani con conseguenze anche sugli altri ospiti. Questo nucleo è invece strutturato in modo da costruire intorno al paziente un ambiente che faciliti l’orientamento e limiti le interazioni critiche tra il paziente e l’ambiente.
Sono presenti dunque personale dedicato all’assistenza e unità infermieristiche ma per una quantità di tempo che può variare tra i 90 e i 150 minuti al giorno.
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